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2009 dal 5 al 12 Aprile

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dai GIORNALI di OGGI

"Ddl popolare per ridurre i parlamentari

Opposizione non necessaria per riforme"

Berlusconi: "Voglio vedere se non lo votano".

Caso Mills: "Boomerang per sinistra".

"Su Noemi stampa sconcia"

riforma giustizia:

"separazione tra pm e giudici entro il prossimo anno"

Il Pd a Udc e Idv: uniti contro il premier.

Ma i due gruppi declinano l'invito (23 maggio 2009)

"Mai detto che il Parlamento è dannoso" (22 maggio 2009)

"La Gandus? Era ed è di estrema sinistra" (20 maggio 2009

I giudici: "Mills mentì per Berlusconi" (19 maggio 2009)

2009-05-24

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

CORRIERE della SERA

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2009-05-24

E Franceschini: confonde i suoi desideri con la realtà, il partito non è mai stato così unito

Berlusconi: dopo il voto il Pd si sfalda

La replica: dice solo stupidaggini

Il premier: Rutelli fonderà un suo partito, Letta si unirà a Casini. Ma i diretti interessati: dichiarazioni ridicole

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Silvio Berlusconi in tribuna allo stadio Meazza per Milan-Roma (Reuters)

Silvio Berlusconi in tribuna allo stadio Meazza per Milan-Roma (Reuters)

ROMA - Le divisioni dell'opposizione e interne al Pd sono uno dei leit-motiv delle numerose interviste del presidente del Consiglio di questo fine settimana. Ieri aveva parlato del leader dei Democratici come di un "commissario liquidatore" del suo partito; nella giornata di domenica ha ribadito il concetto: "Il Pd - ha detto Silvio Berlusconi - è in liquidazione. Tutti sanno che dopo il 7 giugno Rutelli farà un nuovo partito, Enrico Letta andrà con Casini e molti degli attuali esponenti democratici si sposteranno a sinistra". Parole che gli stessi interessati rimandano al mittente bollandole come "ridicole", mentre Franceschini garantisce che il partito "non è mai stato così unito".

Dario Franceschini sabato a Modena ad una manifestazione del Pd (Ansa)

Dario Franceschini sabato a Modena ad una manifestazione del Pd (Ansa)

"DICE STUPIDAGGINI" - "Berlusconi - ha evidenziato Enrico Letta - nel giorno in cui escono particolari della sua vita privata che, se confermati, sarebbero disgustosi si permette di tirarmi in ballo per dire stupidaggini. Evidentemente per coprire quello che sta uscendo sulla sua vita privata. L'unica risposta è quella di chiedere al presidente del Consiglio del nostro Paese di dare spiegazioni rispetto a vicende che lo riguardano e che ormai non possono più passare sotto silenzio". Sullo stesso tono la replica di Francesco Rutelli: "Sono dichiarazioni ridicole. A Berlusconi non tocca certo occuparsi dei suoi avversari, bensì di risolvere i problemi del Paese che si aggravano, mentre il premier si interessa di tutt'altro". E anche il segretario Dario Franceschini è andato all'attacco all'attacco: "Il Pd in liquidazione? Berlusconi confonde i suoi desideri con la realtà, ormai vive in un'altra dimensione una specie di torre dorata non a contatto con la gente. Crede a quello che gli raccontano - ha evidenziato il leader del centrosinistra -. Mai come adesso il partito è stato così unito, forte e nessuno in tutta Italia pensa di uscire. Tutti pensano a come battere Berlusconi".

LA MOZIONE DI SFIDUCIA - Del rapporto tra l'opposizione e il leader del Pdl è tornato a parlare anche il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro: "E’ certamente opportuno -attivare uno sforzo comune e congiunto per contrastare il modello di governo anti-democratico che Berlusconi vuole portare avanti. In merito alla mozione di sfiducia nei confronti di Berlusconi, siamo convinti che, quando si fa resistenza, ci deve essere sempre un’azione iniziale che magari al principio è minoritaria ma che, con il passare del tempo, può servire a illuminare meglio e a informare l’opinione pubblica su cosa sta combinando il Presidente del Consiglio". "La mozione di sfiducia - ha detto ancora Di Pietro -, quindi, non ha lo scopo di battere subito a tavolino la maggioranza e Berlusconi, ma ha l’obiettivo di iniziare il percorso parlamentare che metta in discussione la credibilità della sua leadership. Orsù, dunque, passiamo dalle parole ai fatti"

24 maggio 2009(ultima modifica: 25 maggio 2009)

 

 

 

 

 

 

 

riforma giustizia: "separazione tra pm e giudici entro il prossimo anno"

"Ddl popolare per ridurre i parlamentari

Opposizione non necessaria per riforme"

Berlusconi: "Voglio vedere se non lo votano". Caso Mills: "Boomerang per sinistra". "Su Noemi stampa sconcia"

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Silvio Berlusconi (Fotogramma)

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MILANO - Un disegno di legge di iniziativa popolare per ridurre il numero dei parlamentari, la separazione delle carriere tra pm e giudici entro un anno, la sentenza Mills e il caso Noemi boomerang per la sinistra, la Rai e le Europee. Silvio Berlusconi passa in rassegna tutti i temi caldi degli ultimi giorni in diverse interviste a radio e tv. Togliendosi diversi sassi dalle scarpe.

NUMERO PARLAMENTARI - "Sto veramente pensando a un disegno di legge di iniziativa popolare per diminuire a 300 il numero dei deputati e a 150 il numero dei senatori - spiega il premier su radio Rtl 102,5 -. Perché una iniziativa di legge popolare? Perché poi voglio vedere il Parlamento non votare positivamente una legge che fosse presentata con il sostegno di milioni e milioni di elettori". Prosegue dunque il botta e risposta con il presidente della Camera Gianfranco Fini, che venerdì ha dichiarato: "Una legge di iniziativa popolare non può sostituire il Parlamento". Berlusconi torna poi sul contestato intervento all'assemblea di Confindustria, dopo aver smentito di aver usato parole come "inutile" e "dannoso": "Ho detto solo che il Parlamento italiano è pletorico e che a causa di questo e dei regolamenti attuali per fare una legge normalmente ci vogliono 20 mesi. Non si può pretendere di essere uno stato moderno andando avanti così". Ma le riforme, secondo il premier, si possono fare anche senza l'opposizione: "Non è necessaria, non è indispensabile per fare le riforme: c'è da riformare i regolamenti parlamentari, da fare la riforma della giustizia penale per separare gli ordini - scandisce su Radio Montecarlo - e la riforma sui numeri del Parlamento penso che la manderemo avanti e credo che lo faremo con il disegno di legge di iniziativa popolare".

"LIQUIDATORE DEL PD" - Al leader del centrosinistra il premier riserva parole dure: "Il buon Franceschini, che è il commissario liquidatore del Pd, sta tentando di andare in giro ma non c'è nessuno che bada a lui, mentre a me succede esattamente il contrario: quando entro in un negozio o sono per strada si blocca la circolazione e mi vengono manifestazioni di affetto e simpatia a non finire. L'opposizione non ha argomenti, è divisa, non ha prospettive e vedendosi venire meno la terra sotto i piedi si è definitivamente orientata ad attacchi personali nei miei confronti e a utilizzare il vecchio sistema stalinista della menzogna e dell'insulto". E sulla proposta di Di Pietro di una mozione di sfiducia contro il premier: "Di Pietro la può presentare, così i nostri parlamentari gli risponderanno come si deve. Di Pietro ci fa meravigliare ogni giorno di più, perché tocca certi limiti di volgarità che non pensavamo potessero essere attinti". Al contrario lo schieramento di centrodestra sembra, nelle parole di Berlusconi, godere di ottima salute: "Con La Lega abbiamo un alleanza di ferro - ha detto ai microfoni di Telereporter -. Penso che l'Italia sia divisa in due blocchi: le persone che rispettano gli altri e quelli che hanno politici non di carriera ma per il bene degli altri, e il blocco delle sinistre, diviso, guidato solo da politici di professione che pensano di approfittarne per se stessi". Anche gli elettori sono oggetto degli strali del presidente del Consiglio: "Chi è malato di invidia personale e di odio politico vota per la sinistra".

RIFORMA GIUSTIZIA - Altro tema, la riforma della giustizia. Berlusconi assicura che la separazione degli ordini di pm e giudici "sarà fatta nel prossimo anno". E sottolinea: "Ho garantito più volte che non mi ritirerò dalla politica se non quando sarà diventata legge dello Stato la separazione degli ordini, quello dei giudici e quello dell’avvocato dell’accusa, attuale pm".

OPERAZIONE FIAT-OPEL - Intervistato dalla televisione romana T9, il Cavaliere parla anche dell'operazione Fiat-Opel, sottolineando che "non è ancora un'occasione perduta" e garantendo "l'assoluta imparzialità del governo tedesco". E sull'ipotesi di tagli negli stabilimenti italiani della Fiat: "So che c'è un tavolo a Pomigliano, ma che non è stato aperto solo perché i vertici della Fiat sono stati impegnati nella trattativa con Chrysler".

SENTENZA MILLS - Veniamo ai temi più "scottanti". Sul caso Mills il premier torna a puntare il dito contro "una militante dell'estrema sinistra (il giudice Nicoletta Gandus, ndr). Militante che scende i piazza, porta cartelli, sottoscrive petizioni contro il governo Berlusconi. Gli altri gradi di giudizio per il signor Mills confermeranno la sua innocenza e, quindi, si tratta ancora una volta di un boomerang, che rafforzerà la mia parte politica e indebolirà la sinistra e i suoi giudici". E alla domanda se sia preoccupato di eventuali ripercussioni in termini di consenso: "In tutte le campagne elettorali fino ad oggi sono sempre intervenuti i giudici di sinistra, le cosiddette toghe rosse, con accuse che si sono sempre rivelate infondate e sono sempre stato assolto con formula piena. Anche questa volta la cosa sarà uguale".

"SU NOEMI STAMPA SCONCIA" - Il Cavaliere esce allo scoperto anche sull'altra questione spinosa, il caso Noemi Letizia (la 18enne ospite con la madre alla festa del Milan a Natale 2008), e lo fa attaccando la stampa: "Il comportamento di molti giornali è veramente indegno, ignobile e direi sconcio e quando la gente si accorgerà di qual è la vera situazione e di quello che loro hanno fatto ci saranno molte persone che si dovranno vergognare". Parlando a Radio Montecarlo Berlusconi denuncia una violazione della sua privacy: "In questa situazione non c'è nulla che sia men che pulito e ciò verrà fuori. Questa volta hanno proprio esagerato, anche portando mie situazioni private al centro della lotta politica". Berlusconi assicura di aver detto alla famiglia Letizia, di cui è molto amico da anni, "che non dessero risposte su quella che è stata la nostra frequentazione, per il semplice motivo che deve essere chiaro a tutti come sia meschina e indebita la volontà di chi si immette nella privacy che riguarda ciascuno di noi". Sull'ipotesi di riferire in Parlamento sui suoi rapporti con Noemi Letizia? "Ci sto pensando - risponde Berlusconi intervistato dal direttore dell'emittente T9 -. Sono tentato di andare in Aula a riferire, ma ci devo riflettere. Prima li lascio andare avanti perché così si mostrano per quello che sono. E sarà un boomerang tale che si vergogneranno".

RAI E CANONE - Sempre in tema di informazione, Berlusconi ha attaccato la Rai ai microfoni di Canale Italia: "La televisione pubblica che abbiamo oggi è l'unica televisione pubblica che attacca il governo, con una pluralità di trasmissioni infinita, tant'è vero che sono sempre di più gli italiani che non pagano il canone, perché non sono d'accordo che con i loro soldi si paghino Annozero, Ballarò, Report e tutte queste trasmissioni di contrasto con la politica del governo e con il leader del governo. Io non mi deprimo di fronte a queste cose - aggiunge - perché sento il calore della gente. L'ultimo sondaggio dà un gradimento nei confronti del governo al 74,8%".

"EUROPEE, OBIETTIVO 51%" - Infine, le elezioni europee. L’obiettivo del Pdl, dice Berlusconi, è molto di più del 40%: "I sondaggi ci danno al 45% e io al nostro congresso ho indicato come obiettivo il 51%, come risultato da attingere nei prossimi anni per il nostro partito". Il premier ha poi invitato gli italiani a "non disperdere il loro voto sulle piccole formazioni o sulla sinistra, così il nostro gruppo parlamentare avrà la possibilità di essere determinante in Europa". "Il 70% delle leggi che incidono direttamente sui cittadini sono direttive europee, dunque è necessario mandare in un Europa gente capace e presente - ribadisce -. Dobbiamo dare un drizzone all'Europa". Secondo Berlusconi serve un presidente del Consiglio europeo "che non duri in carica solo sei mesi".

23 maggio 2009

 

 

 

 

 

"Incontriamoci e definiamo le iniziative per difendere Camera e Senato"

Il Pd a Udc e Idv: uniti contro il premier

Ma i due gruppi declinano l'invito

Di Pietro: "Non serve, meglio la mozione di sfiducia".

I centristi: "Mai insieme finché sosterrete il referendum"

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"Mai detto che il Parlamento è dannoso" (22 maggio 2009)

Anna Finocchiaro (Lapresse)

Anna Finocchiaro (Lapresse)

MILANO - Il Pd chiama a raccolta le altre forze di opposizione in Parlamento per definire una risposta comune a quello che viene considerato un attacco del premier alle "prerogative del Parlamento". Ma alla lettera che i capigruppo democratici Antonello Soro e Anna Finocchiaro hanno scritto ai colleghi di Idv e Udc sollecitando un incontro arrivano di fatto due risposte negative: dai dipietristi che ritengono inutili riunioni che rischiano di essere fatte solo da "sterili parole"; e dai centristi che non ritengono di poter avere alcun tipo di collaborazione con il Pd, in piena campagna elettorale, a causa del sostegno al referendum di giugno manifestato dal partito di Franceschini. "Le recenti dichiarazioni di Berlusconi all’assemblea di Confindustria costituiscono un fatto di straordinaria gravità", scrivono Soro e Finocchiaro. Di Pietro e Casini sono sostanzialmente d'accordo, ma di un'azione congiunta sembrano non volerne sapere.

"SERVE RISPOSTA ADEGUATA" - A non essere piaciuto al Pd è stato soprattutto il riferimento al Parlamento come ad un'assemblea pletorica, inutile e dannosa" buttato lì dal premier nel corso del suo invervento a braccio all'assemblea degli industriali e che aveva indotto lo stesso presidente della Camera, Gianfranco Fini, a prendere le distanze ribadendo la centralità del dibattito parlamentare. Berlusconi, dal canto suo, aveva cercato di sminuire la portata delle sue dichiarazioni spiegando di aver parlato solo di assemblee pletorica, senza riferimenti alla loro presunta inutilità. "La reiterata manifestazione di ostilità e disprezzo verso le prerogative del Parlamento meritano una risposta adeguata - scrivono in ogni caso Finocchiaro e Soro -. Siamo pertanto a proporvi di incontrarci per stabilire le modalità della nostra iniziativa".

Antonio Di Pietro (Imagoeconomica)

Antonio Di Pietro (Imagoeconomica)

DI PIETRO E LA SFIDUCIA - Ma la strategia suggerita dai democratici è considerata debole dal capo dell'Idv, Antonio Di Pietro: "La giusta risposta a Berlusconi - ha invece replicato - non sono le solite riunioni e le sterili parole, ma azioni e provvedimenti determinanti. Per questo l`Italia dei Valori ha promosso una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio che non riteniamo moralmente e politicamente degno di rappresentare questo Paese". Per l'ex pm "Berlusconi vuole sfuggire alla giustizia, nonostante sia emerso chiaramente nel processo Mills il suo ruolo di corruttore. E la gravità dei suoi comportamenti è emersa anche nei precedenti processi che ha voluto inquinare. Presenteremo martedì prossimo, alla riapertura del Parlamento, la mozione di sfiducia per portare il dibattito in Aula e informare i cittadini. Ci auguriamo che tutti i parlamentari dell'opposizione la firmino e non si concentrino soltanto sulle vuote parole: gli attacchi al Parlamento e alla magistratura hanno bisogno di una risposta adeguata e di una forte e compatta opposizione". Parlando a Radio Montecarlo Berlusconi ha però replicato con sufficienza: "La sfiducia? Di Pietro la può presentare, così i nostri parlamentari gli risponderanno come si deve".

IL NO DELL'UDC - "Rispettiamo il Pd, con cui spesso collaboriamo in Parlamento, e riteniamo anche noi gravi le dichiarazioni di Berlusconi - si legge invece in una nota firmata dai capigruppo Udc di Camera e Senato, Michele Vietti e Gianpiero D'Alia. "Tuttavia - sottolineano -, non siamo disponibili ad alcun incontro, in piena campagna elettorale, almeno fin quando il Pd non cambierà idea sul sostegno al referendum, che consegnerebbe proprio a Berlusconi, e per lungo tempo, il governo del Paese". Il referendum di giugno punta infatti ad attribuire il premio di maggioranza non alla coalizione ma al partito più votato dello schieramento vincitore. Nel caso del centrodestra, dunque, proprio il Pdl (di qui l'opposizione anche da parte della Lega). L'Udc, che in questo momento non è schierata, rischierebbe però di restare tagliata fuori dalla distribuzione del premio (cioè dei seggi in più assegnati d'ufficio) nel caso decidesse di aderire in futuro ad alleanze nell'uno o nell'altro polo.

L'INTERVENTO DI NAPOLITANO - Sulla questione è giunta indirettamente anche la parola del Colle. Giorgio Napolitano ha parlato di equilibri costituzionali nel corso del suo intervento per la commemorazione di Giovanni Falcone nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo: "Conta la crescita della coscienza civica e della fiducia nello stato di diritto - ha detto il capo dello Stato -. Fiducia che costituisce un vero e proprio capitale sociale e che può rafforzarsi solo in un clima di rispetto, in ogni circostanza, degli equilibri costituzionali da parte di tutti coloro che sono chiamati ad osservarli".

23 maggio 2009

 

 

 

 

 

LA FUNZIONALITA’ DEL PARLAMENTO

La lunga attesa di una riforma

Il Parlamento non è mai "inutile". In nes­suna democrazia, comprese quelle a impianto presidenzialista. Negli Stati Uniti, non è ra­ro che tra Congresso e Ca­sa Bianca il dualismo pren­da forme non lontane dal­l’aperto conflitto. Nella Francia in cui l'Eliseo ha poteri fortissimi, il Parla­mento è tutt'altro che po­co importante. Nell'Inghil­terra il contrasto parla­mentare con il governo è talvolta durissimo. Anche in Italia, sebbene la sua ef­ficienza parlamentare sia indiscutibilmente bassa, il Parlamento non è mai un impaccio che meriti di essere gettato nel sottosca­la dei ferrivecchi. Il pre­mier Berlusconi ha usato il termine "inutile", seb­bene in un contesto logi­co diverso da quello diffu­so dalle più malevole in­terpretazioni. Ma se il Par­lamento rischia un effetto di "inutilità", ha una sola strada da percorrere: chie­dere la riforma, con il con­corso obbligatorio dello schieramento avversario, dell'istituto che secondo la nostra Costituzione cu­stodisce il principio della sovranità popolare.

E’ una questione di so­stanza, del resto, non di parole: non è la prima vol­ta che il capo del governo descrive con fastidio il mondo parlamentare se non come un insieme di politici di "professione" che fanno dell'inconclu­denza il marchio della lo­ro privilegiata superfluità. Se fosse vero, anche per evitare che l'immagine del Parlamento non sia così svilita, la via della riforma sarebbe ancor più urgen­te. Certo, se ne parla da de­cenni, senza cavarne nulla di apprezzabile. Una rifor­ma costituzionale votata in solitudine dalla maggio­ranza di centrodestra di due legislature fa (e che conteneva un riequilibrio di poteri a favore del pre­mier), è stata bocciata da­gli elettori in un referen­dum. Si parla di sfoltimen­to del numero dei parla­mentari, ma senza costrut­to. E tutte le commissioni bicamerali e bipartisan non hanno partorito nes­sun accordo.

Ma si deve insistere. Il capo dello Stato predica da tempo contro un assur­do bicameralismo perfet­to. Dall'opposizione, a co­minciare da Luciano Vio­lante, si comincia ad invo­care l'urgenza di una rifor­ma che permetta al gover­no di realizzare i suoi pro­grammi senza impaludar­si nelle liturgie intermina­bili che paralizzano il Par­lamento. E’ dal suo discor­so di insediamento che il presidente della Camera Fini chiama maggioranza e opposizione alla necessi­tà di fare di questa che stiamo vivendo una legi­slatura "costituente". Ma le regole della democrazia sono come le leggi: finché sono in vigore vanno ono­rate e rispettate. Se risulta­no sbagliate, inutili, dan­nose, "controproducen­ti ", si cambino. Il cambia­mento costituzionale da tempo non è più un tabù. Si trovi un modo per ren­derlo realizzabile. Senza dimenticare che l'attuale maggioranza dispone di molti seggi di vantaggio per poter legiferare spedi­tamente.

Anche l'attuale mino­ranza potrebbe imporsi un compito. Anziché ab­bandonarsi ogni volta al solito florilegio di prote­ste per i "toni" eccessivi del capo del governo, met­ta in agenda essa stessa la riforma delle istituzioni che tutti attendono. Non giochi sempre di rimessa e proponga la prima mos­sa. Ci risparmierebbe l'eterno riproporsi del soli­to schema. E permettereb­be al suo avversario di ac­celerare le riforme, anzi­ché lamentarsi per l'im­produttività del Parlamen­to. Il risultato positivo sa­rebbe raddoppiato.

Pierluigi Battista

23 maggio 2009

 

 

 

 

la risposta a berlusconi

Fini: "Una legge di iniziativa popolare

non può sostituire il Parlamento"

Il presidente della Camera: "È solo una delle modalità previste per l'avvio dell'iter legislativo"

Gianfranco Fini

Gianfranco Fini

ROMA - "È una questione che non si pone". Gianfranco Fini ci tiene ribadire la centralità del Parlamento nel processo legislativo: il presidente della Camera osserva che la via di una proposta di legge popolare per la riduzione del numero dei parlamentari non produce da sé il risultato auspicato. Al termine delle 'lezioni sulla Costituzione' a Palazzo Madama, Fini - sollecitato dai cronisti - afferma che "una proposta di legge di iniziativa popolare non sostituisce il Parlamento. È una delle modalità previste dai Costituenti per l'avvio dell'iter legislativo. Chi può dare il via a una legge? I cittadini, i parlamentari o il governo. Ma è sempre il Parlamento che decide".

BERLUSCONI - Una puntualizzazione che arriva all'indomani delle affermazioni di Silvio Berlusconi. Il premier aveva affermato che le Camere sono "assemblee pletoriche e dannose" e che "basterebbero 100 deputati". Secondo il capo del governo, però, "bisognerà passare per forza per una legge di iniziativa popolare, altrimenti sarebbe come chiedere ai capponi (nella fattispecie i parlamentari che perderebbero il posto, ndr) di votare per anticipare il Natale".

22 maggio 2009

 

 

 

 

Berlusconi: giudici estremisti di sinistra

Il premier all'assemblea di Confindustria torna a parlare del caso Mills. L'Anm: "Distrugge il confronto democratico"

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Marcegaglia: "La crisi non è passata, non abbassare la guardia" (21 maggio 2009)

Silvio Berlusconi durante l'intervento all'assemblea di Confindustria

Silvio Berlusconi durante l'intervento all'assemblea di Confindustria

MILANO - La sentenza sul caso Mills è "una cosa scandalosa" perché "la realtà è esattamente il contrario di quello che questi giudici hanno scritto, perché si tratta di giudici che sono degli estremisti di sinistra". Doveva essere solo un intervento di saluto, quello di Silvio Berlusconi all'assemblea annuale di Confindustria. Invece si è trasformato in un'arringa contro i magistrati e in un lungo elenco di cose fatte e da fare, con un pizzico di propaganda elettorale in vista delle Europee sul perché sia importante "avere un Pdl forte che sia la prima forza all'interno del Ppe".

GIUSTIZIA E CASO MILLS - In un passaggio del suo intervento a braccio, il premier ha parlato delle sue vicende personali e ha spiegato che il suo governo porterà avanti comunque la riforma della giustizia, con la separazione tra le funzioni tra chi giudica e chi rappresenta l'accusa. Perché "Berlusconi ha le spalle larghe e più lo attaccano più ne esce rafforzato", ma qualunque altro cittadino potrebbe non potersi difendere adeguatamente con l'attuale sistema. Dal palco del Parco della Musica, il leader del centrodestra ha dato la propria ricostruzione della vicenda per cui è imputato di corruzione: "Il signor avvocato Mills, che io non ho mai conosciuto, riceve per le prestazioni da un armatore italiano una parcella da 600mila dollari, così per non pagare tasse dice che è una donazione. E quando viene messo sotto pressione e gli si chiede da dove arrivi quel denaro, decide di chiamare in causa un dirigente Fininvest morto... Poi si accorge di quello che ha fatto e finalmente dice la verità". Per Berlusconi a quella sentenza non si doveva neppure arrivare, perché si riferiva tra l'altro a fatti che avrebbero dovuto essere già prescritti". E quanto alle critiche ai giudici, ha sottolineato, "sarebbe assurdo non poter esprimere un'opinione". Soprattutto se queste riguardano la loro non obiettività legata a ragioni politiche (uno dei motivi per cui era stata chiesta dai suoi avvocati la ricusazione di Valentina Gandus). E per spiegarlo nulla di meglio di un paragone calcistico: "Sarebbe come se fosse chiamato Mourinho ad arbitrare una partita Milan-Inter".

ANM: "DISTRUGGE CONFRONTO DEMOCRATICO" - Il nuovo attacco rinfocola lo scontro con l'Anm, che ha già definito "inaccettabili le invettive contro i giudici". "Tutti coloro che hanno a cuore le regole della convivenza democratica e il principio di separazione dei poteri dovrebbero intervenire per fermare questo metodo distruttivo del confronto democratico - commenta duramente il segretario dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Cascini -. Purtroppo registriamo un crescendo di toni e di invettive che non vorremmo mai ascoltare da chi ha responsabilità di governo. Questo non è un problema dei magistrati, è un problema dei cittadini e del Paese". Il presidente dell'Anm, Luca Palamara chiede, "rispetto" per i singoli magistrati e l'intera istituzione giudiziaria, "nel corretto e reciproco equilibrio tra i poteri dello Stato", e avverte: "La magistratura non vuole essere trascinata su un terreno di contrapposizione che non le appartiene, il clima di scontro fa male al Paese, ai cittadini e mina la fiducia nell'intera istituzione giudiziaria" (ascolta l'audio).

LA "CANZONE DEL PESSIMISMO" - Berlusconi ha parlato anche della situazione economica italiana e internazionale, evidenziando come sia "certamente importante la componente psicologica di questa crisi e ho fatto bene a cercare di infondere sempre ottimismo" perché "la fiducia è un fattore cruciale per uscire dalla crisi". Il premier ha citato il caso dei dipendenti pubblici, che non sono assolutamente toccati dalla crisi perché non rischiano licenziamenti e non hanno avuto riduzioni di stipendio. Eppure anche loro, ha raccontato, in un recente sondaggio si sono mostrati senza alcun motivo meno propensi rispetto al passato ad effettuare acquisti, ad esempio il cambio di un'auto. La colpa? La percezione negativa che verrebbe fornita, a suo dire, dai media e dai suoi oppositori. "Bisogna cercare di allontanare questa paura - ha detto Berlusconi - e sono addolorato quando giornali, tv e opposizione cantano la canzone del pessimismo e del catastrofismo".

"INVESTIRE SU TURISMO E SANITÀ" - Quanto al rilancio dell'economia, il premier ha parlato della necessità di investire nei mercati emergenti e nell'offerta turistica, ricordando che la recente promozione di Michela Vittoria Brambilla da sottosegretario a ministro va proprio in questa direzione, e nel campo della sanità, un settore dove vi sarà una richiesta di servizi sempre maggiore. Nel corso del suo intervento, Emma Marcegaglia aveva invece sottolineato che c'è bisogno di fare avanzare i cantieri e che al di là di molti annunci non c'è stato nei documenti ufficiali del governo un incremento degli investimenti in questo settore. Berlusconi ha poi detto che dal 2010 saranno avviati i progetti per le "new town" nei capoluoghi di provincia, uno degli interventi previsti per il rilancio dell'edilizia.

"IL PREMIER NON HA POTERI" - La presidente di Confindustria lo aveva anche esortato a sfruttare il proprio consenso per effettuare le riforme urgenti dell'assetto istituzionale. Berlusconi si è detto d'accordo, anche perché - ha spiegato - oggi il presidente del Consiglio conta poco, "comprensibilmente dopo il fascismo hanno privilegiato il Parlamento, tutti i poteri ce li ha il Parlamento, che però è pletorico" e sarebbe pure opportuno ridurre il numero dei parlamentari, "ne basterebbero un centinaio, come nel Congresso americano". Ma su quest'ultimo aspetto, il premier non ha preso un impegno in prima persona: "Bisognerà passare per forza per una legge di iniziativa popolare, altrimenti sarebbe come chiedere ai capponi (nella fattispecie i parlamentari che perderebbero il posto, ndr) di votare per anticipare il Natale". Un tema su cui è intervenuto il presidente della Camera Gianfranco Fini, aprendo a Montecitorio i lavori di un seminario sul ruolo del Parlamento nella transizione verso il federalismo fiscale. "L'iter della legge sul federalismo fiscale smentisce la tesi dell'inevitabile tramonto del ruolo del Parlamento come legislatore, della sua presunta marginalizzazione nella definizione delle leggi - ha detto Fini -. Quando riesce a operare attraverso procedure aperte, è e viene percepito dalla società come un interlocutore ineludibile, qualificato e impegnato". Più tardi Fini è tornato sul tema: "L'Assemblea di Montecitorio può essere giudicata, con i suoi 630 membri, pletorica, ma certo non può essere definita né inutile né controproducente". Secondo il presidente della Camera, sarebbe "inaccettabile la privazione del Parlamento, in quanto espressione della sovranità popolare, delle sue essenziali funzioni di indirizzo generale, di controllo dell'operato del Governo, di esercizio del potere legislativo".

IL SALVATAGGIO DELLE BANCHE - Il capo del governo ha anche rivendicato la primogenitura dell'idea di un intervento dello Stato per il salvataggio delle banche: "Non era così scontato, perché all'inizio, a ottobre, altri Paesi erano scettici e hanno assistito inermi alla caduta di alcuni grandi gruppi bancari".

LA BATTUTA SULLA "VELINA" - All'inizio del suo intervento, Berlusconi non aveva rinunciato anche ad una battuta all'indirizzo di Emma Marcegaglia: "Ieri sera la presidente di Confindustria è venuta a trovarmi a Palazzo Chigi e un commesso mi ha detto: "C'è di là una velina". Era la presidente, era in gran forma, elegante, tutta vaporosa perchè aveva una cena: sembrava volasse sui tappeti di Palazzo Chigi".

21 maggio 2009

 

 

 

 

 

"Mai detto che il Parlamento è dannoso"

Berlusconi contro il Pd: "Finocchiaro e D'Alema ignobili, mi hanno attribuito parole che non ho mai pronunciato"

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Berlusconi: "Giudici estremisti di sinistra" (21 maggio 2009)

Silvio Berlusconi all'assemblea di Confindustria (Imagoeconomica)

Silvio Berlusconi all'assemblea di Confindustria (Imagoeconomica)

ROMA - Silvio Berlusconi torna a parlare del ruolo del Parlamento, sottolineando di non aver mai pronunciato parole come "inutile e dannoso". "La Finocchiaro e D'Alema si sono comportati in modo indegno - sottolinea il premier -, ignobile e spudorato attribuendomi parole che non ho mai pronunciato".

LO STENOGRAFICO - Berlusconi affida a una nota "lo stenografico del passaggio del mio intervento "a braccio" alla Confindustria": "Il presidente del Consiglio non ha praticamente nessun potere perché, come sapete, la Costituzione è stata scritta dopo il ventennio fascista. Non è stato dato nessun potere al Governo e tutti i poteri sono stati dati al Parlamento. Il Parlamento è pletorico: ci sono infatti 630 deputati, quando ne basterebbero 100. Chiaro che per arrivare a questo dovremmo arrivare a un disegno di legge di iniziativa popolare perché non si può chiedere ai capponi o ai tacchini di anticipare il Natale. Evidentemente - conclude il premier - l'antico vizio stalinista di capovolgere la realtà non è mai venuto meno". L'intervento del premier all'assemblea di Confindustria si era in realtà concluso con queste parole: "Le assemblee pletoriche sono assolutamente inutili e addirittura controproducenti".

22 maggio 2009(ultima modifica: 23 maggio 2009)

 

 

 

 

"Incontriamoci e definiamo le iniziative per difendere Camera e Senato"

Il Pd a Udc e Idv: uniti contro il premier

Ma i due gruppi declinano l'invito

Di Pietro: "Non serve, meglio la mozione di sfiducia".

I centristi: "Mai insieme finché sosterrete il referendum"

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"Mai detto che il Parlamento è dannoso" (22 maggio 2009)

Anna Finocchiaro (Lapresse)

Anna Finocchiaro (Lapresse)

MILANO - Il Pd chiama a raccolta le altre forze di opposizione in Parlamento per definire una risposta comune a quello che viene considerato un attacco del premier alle "prerogative del Parlamento". Ma alla lettera che i capigruppo democratici Antonello Soro e Anna Finocchiaro hanno scritto ai colleghi di Idv e Udc sollecitando un incontro arrivano di fatto due risposte negative: dai dipietristi che ritengono inutili riunioni che rischiano di essere fatte solo da "sterili parole"; e dai centristi che non ritengono di poter avere alcun tipo di collaborazione con il Pd, in piena campagna elettorale, a causa del sostegno al referendum di giugno manifestato dal partito di Franceschini. "Le recenti dichiarazioni di Berlusconi all’assemblea di Confindustria costituiscono un fatto di straordinaria gravità", scrivono Soro e Finocchiaro. Di Pietro e Casini sono sostanzialmente d'accordo, ma di un'azione congiunta sembrano non volerne sapere.

"SERVE RISPOSTA ADEGUATA" - A non essere piaciuto al Pd è stato soprattutto il riferimento al Parlamento come ad un'assemblea pletorica, inutile e dannosa" buttato lì dal premier nel corso del suo invervento a braccio all'assemblea degli industriali e che aveva indotto lo stesso presidente della Camera, Gianfranco Fini, a prendere le distanze ribadendo la centralità del dibattito parlamentare. Berlusconi, dal canto suo, aveva cercato di sminuire la portata delle sue dichiarazioni spiegando di aver parlato solo di assemblee pletorica, senza riferimenti alla loro presunta inutilità. "La reiterata manifestazione di ostilità e disprezzo verso le prerogative del Parlamento meritano una risposta adeguata - scrivono in ogni caso Finocchiaro e Soro -. Siamo pertanto a proporvi di incontrarci per stabilire le modalità della nostra iniziativa".

Antonio Di Pietro (Imagoeconomica)

Antonio Di Pietro (Imagoeconomica)

DI PIETRO E LA SFIDUCIA - Ma la strategia suggerita dai democratici è considerata debole dal capo dell'Idv, Antonio Di Pietro: "La giusta risposta a Berlusconi - ha invece replicato - non sono le solite riunioni e le sterili parole, ma azioni e provvedimenti determinanti. Per questo l`Italia dei Valori ha promosso una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio che non riteniamo moralmente e politicamente degno di rappresentare questo Paese". Per l'ex pm "Berlusconi vuole sfuggire alla giustizia, nonostante sia emerso chiaramente nel processo Mills il suo ruolo di corruttore. E la gravità dei suoi comportamenti è emersa anche nei precedenti processi che ha voluto inquinare. Presenteremo martedì prossimo, alla riapertura del Parlamento, la mozione di sfiducia per portare il dibattito in Aula e informare i cittadini. Ci auguriamo che tutti i parlamentari dell'opposizione la firmino e non si concentrino soltanto sulle vuote parole: gli attacchi al Parlamento e alla magistratura hanno bisogno di una risposta adeguata e di una forte e compatta opposizione". Parlando a Radio Montecarlo Berlusconi ha però replicato con sufficienza: "La sfiducia? Di Pietro la può presentare, così i nostri parlamentari gli risponderanno come si deve".

IL NO DELL'UDC - "Rispettiamo il Pd, con cui spesso collaboriamo in Parlamento, e riteniamo anche noi gravi le dichiarazioni di Berlusconi - si legge invece in una nota firmata dai capigruppo Udc di Camera e Senato, Michele Vietti e Gianpiero D'Alia. "Tuttavia - sottolineano -, non siamo disponibili ad alcun incontro, in piena campagna elettorale, almeno fin quando il Pd non cambierà idea sul sostegno al referendum, che consegnerebbe proprio a Berlusconi, e per lungo tempo, il governo del Paese". Il referendum di giugno punta infatti ad attribuire il premio di maggioranza non alla coalizione ma al partito più votato dello schieramento vincitore. Nel caso del centrodestra, dunque, proprio il Pdl (di qui l'opposizione anche da parte della Lega). L'Udc, che in questo momento non è schierata, rischierebbe però di restare tagliata fuori dalla distribuzione del premio (cioè dei seggi in più assegnati d'ufficio) nel caso decidesse di aderire in futuro ad alleanze nell'uno o nell'altro polo.

L'INTERVENTO DI NAPOLITANO - Sulla questione è giunta indirettamente anche la parola del Colle. Giorgio Napolitano ha parlato di equilibri costituzionali nel corso del suo intervento per la commemorazione di Giovanni Falcone nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo: "Conta la crescita della coscienza civica e della fiducia nello stato di diritto - ha detto il capo dello Stato -. Fiducia che costituisce un vero e proprio capitale sociale e che può rafforzarsi solo in un clima di rispetto, in ogni circostanza, degli equilibri costituzionali da parte di tutti coloro che sono chiamati ad osservarli".

23 maggio 2009

 

 

 

 

 

 

 

"Incontriamoci e definiamo le iniziative per difendere Camera e Senato"

Il Pd a Udc e Idv: uniti contro il premier

Ma i due gruppi declinano l'invito

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Anna Finocchiaro (Lapresse)

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MILANO - Il Pd chiama a raccolta le altre forze di opposizione in Parlamento per definire una risposta comune a quello che viene considerato un attacco del premier alle "prerogative del Parlamento". Ma alla lettera che i capigruppo democratici Antonello Soro e Anna Finocchiaro hanno scritto ai colleghi di Idv e Udc sollecitando un incontro arrivano di fatto due risposte negative: dai dipietristi che ritengono inutili riunioni che rischiano di essere fatte solo da "sterili parole"; e dai centristi che non ritengono di poter avere alcun tipo di collaborazione con il Pd, in piena campagna elettorale, a causa del sostegno al referendum di giugno manifestato dal partito di Franceschini. "Le recenti dichiarazioni di Berlusconi all’assemblea di Confindustria costituiscono un fatto di straordinaria gravità", scrivono Soro e Finocchiaro. Di Pietro e Casini sono sostanzialmente d'accordo, ma di un'azione congiunta sembrano non volerne sapere.

"SERVE RISPOSTA ADEGUATA" - A non essere piaciuto al Pd è stato soprattutto il riferimento al Parlamento come ad un'assemblea pletorica, inutile e dannosa" buttato lì dal premier nel corso del suo invervento a braccio all'assemblea degli industriali e che aveva indotto lo stesso presidente della Camera, Gianfranco Fini, a prendere le distanze ribadendo la centralità del dibattito parlamentare. Berlusconi, dal canto suo, aveva cercato di sminuire la portata delle sue dichiarazioni spiegando di aver parlato solo di assemblee pletorica, senza riferimenti alla loro presunta inutilità. "La reiterata manifestazione di ostilità e disprezzo verso le prerogative del Parlamento meritano una risposta adeguata - scrivono in ogni caso Finocchiaro e Soro -. Siamo pertanto a proporvi di incontrarci per stabilire le modalità della nostra iniziativa".

Antonio Di Pietro (Imagoeconomica)

Antonio Di Pietro (Imagoeconomica)

DI PIETRO E LA SFIDUCIA - Ma la strategia suggerita dai democratici è considerata debole dal capo dell'Idv, Antonio Di Pietro: "La giusta risposta a Berlusconi - ha invece replicato - non sono le solite riunioni e le sterili parole, ma azioni e provvedimenti determinanti. Per questo l`Italia dei Valori ha promosso una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio che non riteniamo moralmente e politicamente degno di rappresentare questo Paese". Per l'ex pm "Berlusconi vuole sfuggire alla giustizia, nonostante sia emerso chiaramente nel processo Mills il suo ruolo di corruttore. E la gravità dei suoi comportamenti è emersa anche nei precedenti processi che ha voluto inquinare. Presenteremo martedì prossimo, alla riapertura del Parlamento, la mozione di sfiducia per portare il dibattito in Aula e informare i cittadini. Ci auguriamo che tutti i parlamentari dell'opposizione la firmino e non si concentrino soltanto sulle vuote parole: gli attacchi al Parlamento e alla magistratura hanno bisogno di una risposta adeguata e di una forte e compatta opposizione". Parlando a Radio Montecarlo Berlusconi ha però replicato con sufficienza: "La sfiducia? Di Pietro la può presentare, così i nostri parlamentari gli risponderanno come si deve".

IL NO DELL'UDC - "Rispettiamo il Pd, con cui spesso collaboriamo in Parlamento, e riteniamo anche noi gravi le dichiarazioni di Berlusconi - si legge invece in una nota firmata dai capigruppo Udc di Camera e Senato, Michele Vietti e Gianpiero D'Alia. "Tuttavia - sottolineano -, non siamo disponibili ad alcun incontro, in piena campagna elettorale, almeno fin quando il Pd non cambierà idea sul sostegno al referendum, che consegnerebbe proprio a Berlusconi, e per lungo tempo, il governo del Paese". Il referendum di giugno punta infatti ad attribuire il premio di maggioranza non alla coalizione ma al partito più votato dello schieramento vincitore. Nel caso del centrodestra, dunque, proprio il Pdl (di qui l'opposizione anche da parte della Lega). L'Udc, che in questo momento non è schierata, rischierebbe però di restare tagliata fuori dalla distribuzione del premio (cioè dei seggi in più assegnati d'ufficio) nel caso decidesse di aderire in futuro ad alleanze nell'uno o nell'altro polo.

L'INTERVENTO DI NAPOLITANO - Sulla questione è giunta indirettamente anche la parola del Colle. Giorgio Napolitano ha parlato di equilibri costituzionali nel corso del suo intervento per la commemorazione di Giovanni Falcone nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo: "Conta la crescita della coscienza civica e della fiducia nello stato di diritto - ha detto il capo dello Stato -. Fiducia che costituisce un vero e proprio capitale sociale e che può rafforzarsi solo in un clima di rispetto, in ogni circostanza, degli equilibri costituzionali da parte di tutti coloro che sono chiamati ad osservarli".

23 maggio 2009

REPUBBLICA

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2008-05-24

Il premier insiste sull'iniziativa popolare per ridurre il numero di deputati

e senatori: "Avrà la firma di milioni di cittadini, voglio vedere se la bocciano"

Berlusconi: "Sulle Camere penso a ddl

Riforme? Opposizione non necessaria"

E sulle elezioni: "A sinistra vota chi è malato d'invidia"

Berlusconi: "Sulle Camere penso a ddl Riforme? Opposizione non necessaria"

Silvio Berlusconi

ROMA - Silvio Berlusconi pensa "veramente" ad una proposta di legge di iniziativa popolare da far firmare "a milioni e milioni di cittadini" in appoggio alla sua riforma del Parlamento con la riduzione al massimo di 300 deputati e 150 senatori: "Voglio vedere - ha detto - se non l'approvano". E sulle riforme dice: "Per farle l'opposizione non è necessaria". Dopo le polemiche suscitate dalle dichiarazioni al meeting di Confindustria, dove il premier ha parlato di "Parlamento pletorico" e di "numero di deputati da ridurre", e dopo le dure risposte alle critiche del Pd, oggi il nuovo affondo. Ma il Cavaliere torna a parlare anche di giustizia, del caso Mills e di elezioni europee, non risparmiando nuovi attacchi alla sinistra: che si assicura i voti, dice, di chi è "malato di invidia".

"Le mie dichiarazioni travisate". In un'intervista all'emittente radiofonica 'Rtl 102.5', il premier prima di tutto ha ribadito di essere stato travisato nelle sue dichiarazioni sul Parlamento. "C'è la registrazione televisiva e la registrazione radiofonica... Ho detto soltanto una cosa: ho detto che il Parlamento italiano è pletorico. I 630 deputati sono troppi e a causa di questo e in base ai regolamenti attuali per fare una legge ci vogliono 20 mesi, perchè la legge deve passare dalla Commissione all'Aula e poi alla Commissione del Senato e ancora all'Aula e poi deve tornare indietro se qualcosa è stato cambiato... E allora ho detto che non si può pretendere di essere uno stato moderno andando avanti così. Questo è ciò che ho detto".

"Milioni di elettori pronti a firmare la legge". Poi torna ad insistere: "Sto veramente pensando ad un disegno di legge di iniziativa popolare - ha aggiunto Berlusconi - per diminuire, che so, a 300 il numero dei deputati e a 150 il numero dei senatori". Proposta che le Camere non potrebbero che recepire, dice il Cavaliere: "Voglio vedere il Parlamento non votare positivamente, non approvare una legge che fosse presentata col sostegno di milioni e milioni di elettori!".

Giustizia, entro un anno separazione ordini. Nell'intervista il Cavaliere affronta anche il tema giustizia. "Ho garantito più volte che non mi ritirerò dalla politica se non quando sarà diventata legge dello Stato la separazione degli ordini" tra "il giudice che giudica e l'avvocato che accusa", dice ai microfoni di Rtl. C'è un progetto, aggiunge. "Lo stiamo preparando e immagino sarà fatto nel prossimo anno".

Caso Mills, boomerang per la sinistra. Quanto al caso Mills, ribadisce che "sarà ancora una volta un boomerang che rafforzerà la mia parte politica e indebolirà la sinistra e i suoi giudici".

Elezioni europee. Infine, l'appuntamento elettorale per le Europee del mese prossimo. "I sondaggi ci danno al 45% e io ho indicato come obiettivo al nostro congresso nazionale il 51% come il risultato da attingere del nostro partito nei prossimi anni", dice il presidente del Consiglio. E se gli italiani, aggiunge, non disperderanno il loro voto sulle piccole formazioni o sulla sinistra, "il nostro gruppo parlamentare avrà la possibilità di essere determinante in Europa". Poi l'affondo: "Chi è malato di invidia personale e di odio politico vota per la sinistra". Seguito dall'invito: "Le persone che amano la libertà e vogliono restare liberi penso votino per il Popolo della libertà".

All'Europa, continua Berlusconi, bisogna dare un "drizzone", sottolineando come non esista una politica europea unitaria a livello internazionale o di energia o di ambiente. Quello che serve, ribadisce, è un presidente del Consiglio europeo "che non duri in carica solo sei mesi".

La Rai e il canone. Una stoccata, infine, alla Rai e alle trasmissioni più invise al premier. "La televisione pubblica che abbiamo oggi è l'unica televisione pubblica che attacca il governo, con una pluralità di trasmissioni infinita, tant'è vero che sono sempre di più gli italiani che non pagano il canone, perchè non sono d'accordo che con i loro soldi si paghino Annozero, Ballarò, Report e tutte queste trasmissioni di contrasto con la politica del governo e con il leader del governo": quest'ultima dichiarazione è stata fatta da Berlusconi ai microfoni di Canale Italia.

(23 maggio 2009)

 

 

 

 

I capigruppo Finocchiaro e Soro scrivono ai colleghi delle altre forze di oppozione

Inziativa comune contro "la reiterata manifestazione di ostilità e disprezzo verso il Parlamento"

Pd a Udc e Idv: "Incontriamoci"

Ma i due partiti dicono di no

Di Pietro: "Quello che ci vuole è una mozione di sfiducia"

I centristi: "Prima i democratici cambino idea sul referendum"

Pd a Udc e Idv: "Incontriamoci" Ma i due partiti dicono di no

Antonio Di Pietro

ROMA - Di fronte alle affermazioni del presidente del Consiglio sul Parlamento "pletorico e controproducente" serve una reazione unitaria dell'opposizione. In quest'ottica il Pd chiede un incontro a Udc e Idv un incontro per coordinare una "risposta adeguata".

Ma Antonio Di Pietro dice no e annuncia una mozione di sfiducia per Berlusconi: "Questa è la risposta, non sono le solite riunioni e le sterili parole, ma azioni e provvedimenti determinanti". E anche l'Udc pone paletti: "Rispettiamo il Pd, con cui spesso collaboriamo in Parlamento, e riteniamo anche noi gravi le dichiarazioni di Berlusconi - dichiarano, in una nota congiunta, i capigruppo di Camera e Senato, Michele Vietti e Gianpiero D'Alia - ma non siamo disponibili ad alcun incontro, in piena campagna elettorale, almeno fin quando il Pd non cambierà idea sul sostegno al referendum, che consegnerebbe proprio a Berlusconi, e per lungo tempo, il governo del Paese".

La risposta di Idv e Udc è alla lettera inviata dai capigruppo del Pd Anna Finocchiaro e Antonello Soro, per sollecitare un incontro comune. Ecco il testo: "Cari colleghi, le recenti dichiarazioni di Berlusconi all'Assemblea di Confindustria costituiscono un fatto di straordinaria gravità. La reiterata manifestazione di ostilità e disprezzo verso le prerogative del Parlamento meritano una risposta adeguata. Siamo pertanto a proporvi di incontrarci per stabilire le modalità della nostra iniziativa".

"Non se ne può più - attacca anche il segretario del Pd, Dario Franceschini - di una persona che un giorno dice una cosa e il giorno dopo dice di non averla mai detta. Sono anni che va avanti così. Si scusi per gli insulti a D'Alema e ad Anna Finocchiaro e si ricordi che è lui ad essere espressione del parlamento e non viceversa".

Secca la replica della Finocchiaro al Cavaliere: "Non ha perso il vizio della bugia e della mistificazione''.

Duro anche Massimo D'Alema: "Berlusconi è l'ostacolo alle riforme. Quando ha voluto fare il Lodo Alfano per non essere processato, perché gli stava a cuore, il Parlamento l'ha votato e non è stato ostacolo alla sua volontà. E' la sua volontà l'ostacolo vero alle riforme". Ben altri i toni che D'Alema riserva a Gianfranco Fini che, replicando a Berlusconi, aveva difeso il ruolo del Parlamento: "Ho molto apprezzato il presidente della Camera che ha voluto difendere la dignità del Parlamento di fronte all'aggressione che è arrivata dal capo di governo e credo che le sue parole siano un punto di riferimento per tutte le persone che amano la democrazia".

Intanto, Fini torna sull'argomento della riduzione del ceto politico: in Italia, spiega, è "pletorico, è abbondante rispetto agli abitanti. E' arrivato il momento di dare una sforbiciata".

(23 maggio 2009)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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2009-05-24

Il segretario dei democratici Dario Franceschini: "No a gare tra noi"

L'ex pm: "Martedì presentiamo la mozione contro Berlusconi"

Il Pd ci riprova: "Intesa con Udc e Idv"

Di Pietro: "Sì, ma firmate la sfiducia"

Il Pd ci riprova: "Intesa con Udc e Idv" Di Pietro: "Sì, ma firmate la sfiducia"

Dario Franceschini

ROMA - Franceschini insiste. "Chiedo di nuovo a Di Pietro di accettare l'incontro con noi e l'Udc per definire le iniziative parlamentari comuni per fronteggiare in modo unitario l'offensiva della destra e di Berlusconi" dice il segretario del Pd. Dall'Idv, però, arriva un rilancio che mette i democratici in una situazione di stallo. "Pronti all'incontro - dice Massimo Donadi - ma questo non è il momento delle parole: Pd e Udc sottoscrivano la nostra mozione di sfiducia al premier". Un testo che verrà presentato martedì e che difficilmente il Pd firmerà.

In vista delle elezioni, Franceschini chiede "l'unità delle opposizioni", spiegando come non serva anulla "fare a gara tra di noi su chi è il più duro nel fare opposizione o a chi la spara più grossa". Vede un rischio, il segretario del Pd. Che i partiti dell'opposizione finiscano per cannibalizzarsi, levandosi voti a vicenda.

Nonostante il Pd chiami all'intesa tra le varie anime dell'opposizione, l'Udc insiste sul no: "Quando il Pd dichiara che Berlusconi è un pericolo per la democrazia e poi si appresta a votare sì a un referendum che darebbe ancora più potere allo stesso Berlusconi, allora consiglio una seduta dallo psicanalista, perchè non vedo cosa si possa dire di un comportamento schizofrenico come questo" taglia corto Pier Ferdinado Casini. Mentre dall'Idv arriva un secco altolà: "Non ci su può chiedere di fare accordi con chi candida un condannato com Totò Cuffaro".

Da sinistra, invece, arriva un messaggio a Franceschini. Un'allenza serve. Ma con la sinistra. "Il comitato di liberazione da Berlusconi si deve fare con noi, non con Casini"dice segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto.

Un dato è certo. A fronte di un gran parlare di allenze, i partiti dell'opposizione continuano ad andare avanti in ordine sparso. E il rischio della cannibalizzazione è sempre più concreto.

(24 maggio 2009)

 

 

 

 

 

I capigruppo Finocchiaro e Soro scrivono ai colleghi delle altre forze di oppozione

Inziativa comune contro "la reiterata manifestazione di ostilità e disprezzo verso il Parlamento"

Pd a Udc e Idv: "Incontriamoci"

Ma i due partiti dicono di no

Di Pietro: "Quello che ci vuole è una mozione di sfiducia"

I centristi: "Prima i democratici cambino idea sul referendum"

Pd a Udc e Idv: "Incontriamoci" Ma i due partiti dicono di no

Antonio Di Pietro

ROMA - Di fronte alle affermazioni del presidente del Consiglio sul Parlamento "pletorico e controproducente" serve una reazione unitaria dell'opposizione. In quest'ottica il Pd chiede un incontro a Udc e Idv un incontro per coordinare una "risposta adeguata".

Ma Antonio Di Pietro dice no e annuncia una mozione di sfiducia per Berlusconi: "Questa è la risposta, non sono le solite riunioni e le sterili parole, ma azioni e provvedimenti determinanti". E anche l'Udc pone paletti: "Rispettiamo il Pd, con cui spesso collaboriamo in Parlamento, e riteniamo anche noi gravi le dichiarazioni di Berlusconi - dichiarano, in una nota congiunta, i capigruppo di Camera e Senato, Michele Vietti e Gianpiero D'Alia - ma non siamo disponibili ad alcun incontro, in piena campagna elettorale, almeno fin quando il Pd non cambierà idea sul sostegno al referendum, che consegnerebbe proprio a Berlusconi, e per lungo tempo, il governo del Paese".

La risposta di Idv e Udc è alla lettera inviata dai capigruppo del Pd Anna Finocchiaro e Antonello Soro, per sollecitare un incontro comune. Ecco il testo: "Cari colleghi, le recenti dichiarazioni di Berlusconi all'Assemblea di Confindustria costituiscono un fatto di straordinaria gravità. La reiterata manifestazione di ostilità e disprezzo verso le prerogative del Parlamento meritano una risposta adeguata. Siamo pertanto a proporvi di incontrarci per stabilire le modalità della nostra iniziativa".

"Non se ne può più - attacca anche il segretario del Pd, Dario Franceschini - di una persona che un giorno dice una cosa e il giorno dopo dice di non averla mai detta. Sono anni che va avanti così. Si scusi per gli insulti a D'Alema e ad Anna Finocchiaro e si ricordi che è lui ad essere espressione del parlamento e non viceversa".

Secca la replica della Finocchiaro al Cavaliere: "Non ha perso il vizio della bugia e della mistificazione''.

Duro anche Massimo D'Alema: "Berlusconi è l'ostacolo alle riforme. Quando ha voluto fare il Lodo Alfano per non essere processato, perché gli stava a cuore, il Parlamento l'ha votato e non è stato ostacolo alla sua volontà. E' la sua volontà l'ostacolo vero alle riforme". Ben altri i toni che D'Alema riserva a Gianfranco Fini che, replicando a Berlusconi, aveva difeso il ruolo del Parlamento: "Ho molto apprezzato il presidente della Camera che ha voluto difendere la dignità del Parlamento di fronte all'aggressione che è arrivata dal capo di governo e credo che le sue parole siano un punto di riferimento per tutte le persone che amano la democrazia".

Intanto, Fini torna sull'argomento della riduzione del ceto politico: in Italia, spiega, è "pletorico, è abbondante rispetto agli abitanti. E' arrivato il momento di dare una sforbiciata".

(23 maggio 2009)

 

 

 

 

 

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